FILODIRETTO7 - n. 21 del 15/12/2006
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"La terra dei Musei" e "Iconografia di Siena"
"ICONOGRAFIA DI SIENA. RAPPRESENTAZIONE DELLA CITTÀ DAL XIII AL XIX SECOLO"

Il volume "Iconografia di Siena" ripercorre le modalità iconografiche con cui la città di Siena è stata rappresentata dal XIII al XIX secolo. Lo studio parte da un sigillo in bronzo della città, oggi conservato al Museo del Bargello e datato intorno al 1200-1250, per approdare, attraverso affreschi, quadri, disegni, incisioni, tavole, bassorilievi, sculture e acquerelli, ad un disegno di Le Corbusier che raffigura il Palazzo Pubblico di Siena ai primi del Novecento. Il libro contiene un ampia introduzione di Roberto Barzanti e le schede iconografiche realizzate da Alberto Cornice e Ettore Pellegrini.
Partendo dal sigillo bronzeo duecentesco e da alcune pergamene ora all'Archivio di Stato di Siena, il volume è un excursus sull'iconografia senese attraverso i secoli. Con il ciclo del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti (1337-1339) il panorama urbano non è più solo frutto di fantasia ma di una diretta esperienza visiva attraverso una rappresentazione allegorica della realtà, dove la passione - sia artistica che civile - è considerata sullo stesso piano. Dalla metà del Quattrocento si infittiscono le rappresentazioni di Siena ridotta all'essenziale, protetta dai suoi Santi in scene che la ritraggono come un piccolo paradiso, fino alla cesura di metà Cinquecento quando la guerra e la fine dell'indipendenza repubblicana fanno crollare l'utopia della città solida e intoccabile. Già alcuni decenni prima della disfatta senese era in auge il disegno tecnico che ritraeva siti, città e fortificazioni per organizzare strategie difensive o offensive. La rappresentazione manierista di Franceso di Vanni del 1591 introduce una iconografia cittadina che avrà molta fortuna: veduta aerea che si presta ad essere letta come una pianta. Tra XVII e XVIII la scena urbana si presta a fastose cerimonie come le processioni religiose ed il Palio che confluiscono in una serie di quadri calati in una teatrale policromia. Nella seconda metà del XVIII secolo fioriscono le illustrazioni a corredo delle guide realizzate per segnalare ai visitatori colti i luoghi più meritevoli di osservazione tra cui spiccano le incisioni di Vincenzo Rustici (1784) e le tavole di Antonio Terreni (1801-1803). Lo studio si conclude alle soglie del Novecento con la nascita del mito di Siena e la sua rappresentazione in chiave melodrammatica ed eroicamente medievale.