FILODIRETTO7 - n. 15 del 3/11/2006
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LE BANCHE A CONFRONTO SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE
Tanti i temi al centro del dibattito sulla Csr

Le banche italiane aumentano la propria propensione verso la responsabilità sociale: è quanto è emerso nel secondo Forum sulla Corporate social responsibility, svoltosi il 24 e 25 ottobre a Roma con la partecipazione di oltre 400 persone, 70 relatori italiani e internazionali. Dopo il successo della passata edizione, l'ABI, che negli ultimi anni ha dedicato grande attenzione a questo importante fattore strategico del governo d'impresa, ha riunito i massimi esponenti di banche, aziende, istituzioni, accademici ed altri stakeholder italiani ed internazionali per due giorni di analisi e confronto sulla situazione attuale e le tendenze future della Csr.

L'evento si è sviluppato attraverso due sessioni plenarie e sei parallele, nel corso delle quali sono stati approfonditi numerosi temi di Csr, tra cui la rendicontazione sociale, l'inclusione finanziaria e gli investimenti socialmente responsabili.

Sulla rendicontazione sociale Giuseppe Zadra, Direttore generale dell'ABI, ha affermato che "Prendere impegni e rispettarli, rendicontarli è parte determinante della responsabilità sociale. Non basta definire i propri obiettivi, è determinante dimostrare con i fatti i risultati raggiunti rispetto agli impegni presi. In questo senso le banche sono in prima linea". Infatti, oltre l'80% delle banche, considerate in base al numero di sportelli, redige un bilancio sociale (il 70% in termini di attivo del sistema).
Al forum sono state, in proposito, presentate le nuove Linee guida ABI alla cui realizzazione ha partecipato anche Banca MPS. Una pubblicazione che costituisce il riferimento metodologico per le banche impegnate in attività di rendicontazione e reporting delle proprie attività e che, insieme a tutto quello che ci sta dietro, pone il settore all'avanguardia assoluto sul fronte della Csr a livello europeo. L'orientamento indicato è quello di andare oltre il tradizionale bilancio sociale con una comunicazione d'impresa fondata sul dialogo ed il coinvolgimento di tutti gli stakeholder.

In tema di inclusione finanziaria sono stati presentati i risultati di due interessanti ricerche dell'ABI:

  • La bancarizzazione dei "nuovi italiani" - in collaborazione con CeSPI - che ha analizzato l'offerta attuale delle banche e le strategie più innovative per favorire la bancarizzazione degli immigrati.
  • Banche e microfinanza - in collaborazione con la Fondazione Giordano dell'Amore - che ha studiato lo sviluppo della microfinanza in Italia come attività delle banche diretta a favorire l'inclusione finanziaria di nuove fasce di clientela non ancora del tutto integrate nel sistema bancario (lavoratori atipici, terzo settore e non profit, famiglie a basso reddito, microimprese, immigrati, ecc.).
La ricerca di CeSPI (Centro studi di politica internazionale) evidenzia come agli immigrati, che oggi rappresentano una realtà strutturale del nostro Paese (pari al 5% della popolazione), le banche stiano offrendo una risposta importante per soddisfare i loro bisogni di integrazione economica nella società. Ad oggi, il 60% degli immigrati che vivono in Italia è cliente di una banca e, considerate le previsioni di ulteriore crescita dei flussi di immigrazione, tale dato è destinato ad aumentare. L'offerta è attualmente basata su un pacchetto di servizi/prodotti di base: servizi di conto corrente, carte pre-pagate o ricaricabili, servizi legati al trasferimento delle rimesse, credito al consumo, con volumi di attività che segnano il graduale e continuo processo di avvicinamento tra migranti e banche, con significativi impatti economico-sociali attesi anche nei paesi d'origine.

Dallo studio della Fondazione Giordano dell'Amore emerge come le banche commerciali siano sempre più impegnate nel settore della microfinanza: prodotti e servizi specifici vengono diffusi dal 60% del totale attivo di sistema, che vuol dire il 54% degli sportelli sul territorio nazionale. I servizi offerti spaziano dal credito, al risparmio, dai sistemi di pagamento a quelli per l'invio delle rimesse all'estero.
A fine 2004 i beneficiari di microcrediti erano 175.000 nella vecchia Europa ed oltre 100 milioni nel mondo.

Al tema della microfinanza, intesa come una linea di business per le banche piuttosto che una forma di mero assistenzialismo, è stata dedicata una sessione del Forum, in cui è stata presentata anche l'esperienza del Gruppo MPS, che con la recente costituzione della società Microcredito di Solidarietà ha introdotto elementi di assoluta novità a livello europeo (vedi Filo Diretto n. 14).

Infine, altro tema "caldo" del Forum è stato quello degli investimenti socialmente responsabili. Il mercato italiano dei fondi etici si sta progressivamente sviluppando, con il 75% degli sportelli bancari oggi in grado di proporre un'offerta specialistica. I numeri sono ancora modesti rispetto al resto d'Europa: gli asset gestiti in Italia ammontano a 2,5 miliardi di euro, pari a solo il 2% del mercato europeo.
Interessanti le prospettive future anche in virtù del recente lancio dei "Principles for Responsible Investment", specifiche linee guida internazionali elaborate dall'ONU. A fianco dei tradizionali fondi etici, che sono di per sé destinati ad un mercato di nicchia, si sta, infatti, sviluppando una nuova tipologia di fondi di investimento socialmente responsabili, cosiddetti "broad", che integrano con criteri socio-ambientali l'analisi economico-finanziaria delle aziende sulle quali investono, allo scopo di valutarne meglio profili di rischio e potenzialità.
Per dare un'idea del fenomeno a livello europeo i volumi di questi nuovi fondi sono dell'ordine di 1 milione di miliardi di euro, 10.000 volte superiori a quelli dei fondi etici tradizionali.
Anche in Italia, si prevede che questo filone potrà presto diffondersi per effetto della recente riforma dei fondi pensione, i quali dal 2008 dovranno dichiarare se, e in quale misura, nelle scelte di investimento considerano aspetti sociali, etici ed ambientali.


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