FILODIRETTO7 - n. 32 del 2/3/2007
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FOCUS ACQUA
Uno studio di Mps Finance sull'emergenza idrica del pianeta

  • Poco meno dell'1% dell'acqua presente sul globo è rappresentata da acqua dolce concretamente disponibile per l'utilizzo finale.
  • Il 70% del consumo mondiale di acqua è destinato all'irrigazione, il 20% all'industria ed il 10% ai privati.
  • Secondo le previsioni dell'IWMI, nel 2025 la domanda mondiale di acqua crescerà del 16% circa rispetto al 1995. Più in dettaglio l'incremento è atteso al 18% per i paesi in via di sviluppo ed all'8% per le economie sviluppate.
  • Nei prossimi anni diversi fattori lasciano ipotizzare una crescente carenza dell'offerta di acqua rispetto alla domanda, per far fronte alla quale occorrerà un uso più efficiente delle risorse idriche.
La superficie terrestre è coperta per il 71% di acqua, ma solo il 2,5% di questa è dolce. Di queste risorse di acqua dolce, i due terzi sono sotto forma di ghiaccio e neve nelle zone dell'Antartico e dell'Artico, il resto è per lo più nel sottosuolo e solo una minima parte è localizzata in laghi e fiumi. Ne consegue pertanto che poco meno dell'1% dell'acqua presente sul globo è rappresentata da acqua dolce concretamente disponibile per l'utilizzo finale.
La maggior parte dell'acqua è concentrata soprattutto in alcune regioni del globo, come Europa, Nord America e Russia.
Fig.1 - Clicca per ingrandire

Con riferimento alla destinazione dell'acqua, il 70 % del consumo mondiale è indirizzato all'irrigazione. La maggior parte della produzione mondiale di prodotti agricoli è infatti effettuata in terreni irrigati artificialmente e, sebbene le nuove tecniche di irrigazione risultino sempre più efficienti in termini di costi e di utilizzo di acqua, la quantità richiesta rimane sempre molto elevata se paragonata alla quantità disponibile.
Il 20% è destinato all'uso industriale, mentre il 10% ai consumi privati (Fig.1).
Se si considerano separatamente i paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati, si osserva che tale percentuale varia considerevolmente.
Se per i paesi in via di sviluppo l'utilizzo agricolo dell'acqua è superiore all'80% e quello industriale è del 10% circa, nei paesi sviluppati la situazione è diametralmente opposta: l'uso agricolo è di circa il 30%, mentre quello industriale del 59%.

Uno dei fattori alla base del crescente aumento della domanda d'acqua è rappresentato dalla crescita della popolazione mondiale che sta generando un aumento del deficit di risorse idriche, a causa principalmente di un aumento della domanda di acqua per uso personale ed agricolo.
In base alle previsioni delle Nazioni Unite in condizioni di fertilità media, nel 2030 la popolazione mondiale aumenterà di circa il 27% rispetto al 2005, raggiungendo gli 8,2 miliardi (Tab.1). Naturalmente questi valori sono suscettibili di cambiamenti, al rialzo o al ribasso, in quanto legati alle variazioni del tasso di natalità e di mortalità.
Inoltre, sempre in base alle previsioni delle Nazioni Unite, il tasso di urbanizzazione dovrebbe passare dal 48,7% del 2005 al 59,9% nel 2030.
Tab.1 - Clicca per ingrandire

L'incremento della popolazione e delle aree urbanizzate richiederà uno sviluppo maggiore delle infrastrutture e di conseguenza di servizi idrici e sanitari, con conseguente aumento della domanda, che potrebbe impattare principalmente sul settore domestico ed industriale (Fig.2).
Fig.2 - Clicca per ingrandire

In uno studio pubblicato nel 2002, l'International Water Management Institute (IWMI) prevede che nel 2025 la domanda mondiale di acqua crescerà del 16% circa rispetto al 1995. Più in dettaglio l'incremento è atteso al 18% per i paesi in via di sviluppo ed all'8% per le economie sviluppate (Fig.3).
Fig.3 - Clicca per ingrandire

In termini di consumi finali, l'utilizzo a fini domestici dovrebbe registrare il tasso di crescita più elevato (71%) nel periodo 1995-2025, di cui oltre il 90% nei paesi in via di sviluppo.
Segue poi l'uso nel settore industriale con un tasso di crescita del 50%. In quest'ultimo caso, la domanda da parte dei paesi in via di sviluppo è attesa superare quella del resto del mondo.

Con riferimento all'irrigazione invece l'IWMI si attende un tasso di crescita piuttosto moderato (4%) (Tab.2). Tab.3 - Clicca per ingrandire

Occorre però precisare che lo studio citato dell'IWMI risale al 2002. Nel frattempo, complice anche il forte rialzo del prezzo del greggio (+170% circa dal 2002 ad oggi), è aumentato l'utilizzo delle materie agricole per la produzione di energia alternativa (ad es. il caso di mais, soia, olio di palma e zucchero per la produzione di etanolo). Tale andamento, laddove dovesse continuare nei prossimi anni, potrebbe comportare un incremento della domanda di acqua per irrigazione superiore a quello stimato dall'IWMI nel 2002. Secondo quest'ultimo report, nel 2025 il comparto dell'irrigazione continuerà comunque a rappresentare la principale fonte di consumo di acqua su scala mondiale.
Più in dettaglio, in Asia ed in India la domanda per irrigazione è attesa in crescita del 3%, a fronte invece di un calo del 5% in Cina (Fig.4). Tale diminuzione potrebbe essere attribuita alla scarsità di risorse idriche del paese, il cui utilizzo spasmodico potrebbe portare ad una riduzione dell'offerta di acqua, che costringerebbe i governi nazionali a razionalizzarne l'utilizzo, favorendo da un lato un aumento delle importazioni di prodotti agricoli e dall'altro il suo l'utilizzo nell'ambito domestico ed industriale.
Fig.4 - Clicca per ingrandire

I paesi in via di sviluppo invece sarebbero in grado di coprirne solo la metà. Nell'Africa subsahariana in particolare, dove ci sono ampie possibilità di espansione delle aree di irrigazione, solo Sudan e Madagascar presentano infrastrutture adeguate, al contrario invece dell'Etiopia.
In altre aree, come in Cina, si è prossimi al limite di espansione. Al 2000 la Cina aveva utilizzato già il 70% del suo potenziale di terreni irrigabili, seguita dall'India con il 65% (Tab.3). La regione meno sfruttata è sicuramente quella dell'Africa Subsahariana (14%), ma sarebbero necessari ingenti investimenti.
Tab.3 - Clicca per ingrandire

Da non sottovalutare infine il cambiamento climatico, che potrebbe avere un impatto significativo sulle risorse idriche. L'aumento delle temperature potrebbe portare ad uno scioglimento dei ghiacciai, con una variazione a livello locale e regionale della direzione delle acque. In alcune aree infatti si potrebbe assistere ad un aumento della siccità, riduzione della fertilità del suolo e ad aumento degli incendi, mentre in altre, ora più fredde e quindi meno adatte ad alcune coltivazioni, ad un aumento dell'agricoltura

In conclusione per i prossimi anni, diversi fattori lasciano ipotizzare una crescente carenza dell'offerta di acqua rispetto alla domanda, per far fronte alla quale occorrerà un uso più efficiente delle risorse idriche. L'irrigazione infatti dovrà essere in grado di garantire sia un'elevata produttività sia un elevato standard qualitativo, soprattutto in vista di u possibile maggior utilizzo delle materie prime agricole come fonte energetica.

Di conseguenza lo scenario più verosimile contempla la necessità di investimenti cospicui nei settori coinvolti a vario titolo nel comparto acqua che sinteticamente possono essere raggruppati nelle seguenti categorie: fornitura, infrastrutture e trattamento.

A cura di Carmela Pace - Servizio Research & Strategy