FILODIRETTO7 - n. 28 del 2/2/2007
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GIULIANO GEMMA, L'ARTISTA DIETRO L'ATTORE
Una carriera come attore e una grande passione per la scultura

Giuliano Gemma è il Cliente Più dell'agenzia 12 di Banca Toscana a Roma.
Nato a Roma il 2 settembre del 1938 è tra gli attori più longevi, popolari e affascinanti del panorama cinematografico italiano. Nato e cresciuto a Roma, da ragazzo si appassiona allo sport e soprattutto alla boxe, ma ancor più grande è la sua passione per il cinema che lo porta a 18 anni ad indirizzare tutte le sue energie verso il grande schermo esordendo in alcuni film come "Figurazione speciale" o come "Stunt-Man" e partecipando poi a numerosi spot pubblicitari televisivi e cinematografici.

Come è iniziata la sua avventura nel mondo dello spettacolo?
La passione per il cinema c'è sempre stata. Ad aprirmi le porte su questo mondo però è stata la mia dedizione allo sport che mi ha portato a cominciare come acrobata in piccoli ruoli legati all'azione fino a quando non ho fatto un provino in cui c'era bisogno di un attore atletico. E questo fu il mio primo film: "Arrivano i titani" di Tessari sceneggiato insieme con Ennio De Concini.
Quindi, devo soprattutto alla mia preparazione sportiva l'ingresso in un cinema che aveva bisogno di persone atletiche, in grado di fare film sui romani, film in costume, film western.

Secondo lei la polemica sulla nostra produzione cinematografica, che in questi ultimi anni si è sempre più accentuata, è una polemica vera o è una speculazione più che altro giornalistica?
La nostra qualità di fare cinema è sempre una qualità molto alta. A parte il cinema commerciale che mira a fare grandi incassi, ma che è giusto che abbia i suoi spazi.
Il problema principale di questi ultimi anni è legato soprattutto alla grande concorrenza del cinema americano dotato di mezzi che noi non abbiamo, ma quando si parla di film d'autore, il nostro cinema credo che sia superiore e che non morirà mai anche perché siamo noi che abbiamo insegnato agli altri a farlo.Questo è un momento di transito che crea buone speranze perché abbiamo ottimi autori, gente che sa scrivere e qualcosa succederà senza dubbio. Ci vogliono soprattutto idee non solo mezzi.

La figura dell'attore come è stata interpretata da lei, una figura dotata di un certo eclettismo che ha saputo ricoprire con la stessa dignità e qualità più ruoli, secondo lei si può ritrovare nel cinema italiano? Una figura che possa essere presente in diversi settori cinematografici?
Può darsi che c'è ma non gli si danno le occasioni.
Io ho avuto la fortuna di fare cinema quando si faceva cinema, quando il cinema aveva una varietà che oggi non c'è. Si faceva dai film di mafia, al film avventuroso, alla commedia all'italiana, si faceva tutto.
Oggi è diverso. Anche l'avvento della televisione con tanti film che dopo sei mesi passano dal grande al piccolo schermo, tiene le persone dentro casa perché sono meno stimolate ad andare al cinema.
Ma, nonostante questo, quando gli eventi ci sono, si vede che gli incassi comunque vengono fuori, ma è troppo poco: bisogna cominciare ad avere una produzione più vasta, mancano i grandi produttori di una volta, queste figure sono andate scomparendo.

I format televisivi di cui si parla tanto possono aver influenzato anche la produzione cinematografica, o crede che siano due canali destinati a non incrociarsi?
Non credo che si possano incrociare perché sono due tipi di spettacolo diversi. Ci sono dei film che uno non si può godere in televisione, deve andare al cinema a goderseli sul grande schermo.
Comunque la fiction è un mercato mondiale importante e noi dobbiamo impegnarci a fare delle fiction che abbiano un sapore internazionale. È una grande torta di cui dobbiamo prenderci una fetta invece di avere telefilm di altri paesi; dovremmo essere noi a esportare i nostri.

Sappiamo che oltre al cinema lei ha una grande passione per l'arte, per la scultura in particolare, come è nata?
A me piace fare scultura ed è una cosa che ho mantenuto nei lassi di tempo che a disposizione.
"...la mia passione era andare in riva al fiume, affondare le mani nella terra umida e prenderne una manciata, poi sotto il sole cominciavo a modellare figure, certo un po' rudimentali, le mettevo ad asciugare, le coloravo e a Natale andavano ad arricchire il nostro Presepe. Che gioia per noi piccoli: ero cosi' orgoglioso e fiero di quelle statuette, anche se forse non erano sempre così belle! Ma le avevo fatte io, da solo!
Comincia cosi' molto lontano questa mia passione per la scultura, senza contare quante volte, sempre da bambino, ho intagliato nel legno figurine, barchette, navi, pistole, un amore questo per la scultura a cui da adulto si e' aggiunto poi quello per la pittura tanto forte da sconfinare nel collezionismo".(www.giulianogemma.it)

Il fascino della manualità
Io vengo da una famiglia di artigiani e questa manualità ce l'ho innata. Non ho fatto scuole ma ho imparato guardando scultori a lavoro. E vivendo in una zona di Roma, Trastevere, ricca di artigiani, ho avuto la possibilità di guardarli lavorare e di imparare i segreti del mestiere. Ho fatto il liceo artistico "on stage".
" Il tempo per dedicarmi alla scultura era sempre poco, tra un film e l'altro, tra un set, un paese e l'altro, nei momenti per così dire morti, che nel lavoro di attore si alternano a quelli frenetici. In quei brevi periodi ho sempre coltivato questo mio grande amore per l'arte, studiando con Maestri scultori, andando a studio a guardarli lavorare, provando ad imparare le tecniche di un mestiere così antico e meraviglioso. Per anni, dunque, ho cercato di capire ma anche ho imparato a lasciarmi andare a quello che sentivo. E così ho scoperto la gioia di vedere il blocco di materia che a poco a poco prende vita, si trasforma e diventa quello che le tue mani quasi da sole fanno: hai in mente una cosa ben precisa e, non sai come, ma alla fine prende forma. Che grande emozione!"(www.giulianogemma.it)