FILODIRETTO7 - n. 20 del 7/12/2006
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ROMANO: IN BATTAGLIA PER LA CULTURA

     


E’ cliente della Banca Monte dei Paschi di Siena dal 1974 ed intrattiene rapporti con la Filiale di Marina di Pietrasanta, dove è nato, e con quella di Forte dei Marmi dove risiede. Romano Battaglia, una importante carriera giornalistica in RAI a Milano alle spalle, pittore affermato e scrittore di best-sellers ha pubblicato oltre 50 libri, tradotti in tutto il mondo. Autore dei “valori” si caratterizza anche per l’amore per la sua terra e per il mare della Versilia.

Romano Battaglia, un giornalista di fama, un grande autore. Cos’ è per lei la poesia?
La poesia è vita. Non saprei vivere e non potrei vivere senza di essa, senza la favola di un sogno, senza il silenzio del cielo, senza aver incontrato la vita in un filo d’erba. Essere poeta significa soffrire, infinitamente. Ma significa anche avvertire i più lievi palpiti del creato.

Come nascono i suoi romanzi?
Dal desiderio di far provare ai lettori quello che vorrei provare io: la serenità, il sorriso, l’amore per le piccole cose e per tutte le creature più umili del mondo.

In quale misura Dio ha influenzato la sua natura di scrittore e poeta?
Dio è stato buono con me. Me la prendo quando attraverso momenti difficili, ma lui mi ha sempre preso per mano. Nel libro “Notte infinita”, immagino di incontrare nel sogno Dio e sento la sua voce che mi dice: “Io sono la luce e questa luce è l’origine del mondo. Cammina e mi vedrai”.

In un suo recente romanzo il grande poeta Mario Luzi le ha fatto una dedica particolare
Sì nel romanzo “Silenzio” c’è una dedica di Mario Luzi che ha scritto: “Com’è difficile a trovarsi il silenzio. E’ la voce dell’universo che parla all’universale anima che è in lui, l’uomo. Una concordia, un’armonia inesprimibile in parole. L’unica parola che lo soccorre, lo sente, è indicibile.” Questo libro affronta il tema del silenzio, uno spazio necessario per ritrovare la nostra identità, per non perderci in sterminati campi incolti dove i sogni, come le piante, inaridiscono e muoiono. Con questa opera ho ritrovato me stesso nelle ore più serene della mia estate, quando di notte, terminati gli incontri al “Caffè della Versiliana”, tutto finalmente tace di fronte al silenzio delle stelle.

“Com’è dolce sapere che esisti” un titolo bellissimo per un libro. E’ dedicato a qualcuno in particolare?
Sì, a tutte le donne del mondo e in particolare a Madre Teresa di Calcutta, una donna straordinaria, dotata di una fede e di un coraggio eccezionali. “Fino a quando sei vivo, sentiti vivo” diceva. “Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni”.

E l’ultimo libro pubblicato?
Recentemente è uscito “Come si fa” – Rizzoli, un libro divertente che ho deciso di sottoporre all’attenzione dell’editore anche per rendere omaggio al prof. Rolano Gattabami da Pietrasanta, con la speranza che gli studi dell’esimio siano d’aiuto a tutta l’umanità.

A cosa è dedicata la sua pittura?
La mia pittura è dedicata alla poesia, all’amore, alla natura, ai più segreti palpiti del creato che ci aiutano a capire la bellezza della vita e la grandezza di Dio. Come Herman Hesse, dipingo per fermare nel tempo tutto ciò che dimentichiamo: un paese, un albero, una primavera.