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Arte senese torna a casa SEBASTIANO CONCA, SAN GIORGIO
Sebastiano Conca
(Gaeta, 1680 - 1764)

San Giorgio vittorioso sul drago
olio su tela, 59,5 x 36,5 cm
Il dipinto è in buono stato di conservazione. È comparso all'Asta Pandolfini nel marzo scorso con il corretto riconoscimento di paternità e l'indicazione del probabile rapporto con la pala d'altare conservata sull'altar maggiore della chiesa di San Giorgio a Siena.1 Si tratta senz'ombra di dubbio di un ben rifinito modelletto colorato da sottoporre al committente per l'approvazione dell'invenzione. Nella figurazione spicca San Giorgio che pone il piede sul collo del drago, trafitto dalla lancia, mentre accoglie l'apparizione del Cristo risorto, accettando la palma, segno del suo futuro destino di martire.
In questa teletta era già prevista la sagoma della pala d'altare a centina più stretta, com'è di norma nella pittura della fine del Seicento e dell'inizio del secolo successivo.
Le varianti più significative rispetto alla versione in grande si evidenziano per la figura della principessa, per le mostruose e fantastiche fattezze del drago, per il ricasco di panneggio sulla gamba destra del Santo. Sottoposte a un processo di perfezionamento formale o di revisione iconograficamente funzionale, queste prime soluzioni troveranno ben diverso e più significativo esito.
È evidente la perfetta identità stilistica fra questa figurazione e quelle dei modelletti con la composizione generale e con la gloria celeste, che sono connessi alla Piscina probatica, dipinta nell'abside della chiesa dell'Annunziata fra la fine del 1731 e l'inizio del 1732.
Come tutti gli straordinari modelletti del Conca, che hanno il pregio della freschezza esecutiva e della briosità rococò, anche questo dovette essere tenuto in gran considerazione, tanto da far pensare che fosse conservato dal committente, che è possibile supporre fosse stato l'arcivescovo di Siena Alessandro Zondadari o meglio ancora il fratello cardinal Anton Felice, finanziatore dei lavori di ricostruzione della chiesa di San Giorgio. Qualcosa del genere era successo anche per i sei piccoli dipinti preparatori della grande Piscina probatica, che furono trattenuti da Galgano Saracini, committente del murale dell'Ospedale di Santa Maria della Scala, ed entrarono così a far parte della collezione di famiglia, dove sono tutti segnalati nel primo catalogo edito nel 1819 e steso per la cura di Giovacchino Faluschi.2
L'arrivo nella raccolta d'arte della Banca Monte dei Paschi di Siena, oltre a costituire un'importante acquisizione, è una vera e propria reintegrazione del patrimonio storico artistico senese, trattandosi di un'opera intimamente connessa con il soggiorno di Sebastiano Conca, che fu sicuramente uno degli avvenimenti più significativi del primo Settecento nella città toscana.
1 Arredi e dipinti antichi provenienti da una collezione toscana, Pandolfini Casa d'Aste, Firenze, martedì 28 marzo 2006, lotto n. 329.
2 Relazione in compendio delle cose più notabili nel Palazzo e Galleria Saracini di Siena, Siena 1919, pp. 37-38, 50, 52.
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