FILODIRETTO7 - n. 17 del 17/11/2006
Siete in: Home » Podisti montepaschini nella grande mela

PODISTI MONTEPASCHINI NELLA GRANDE MELA
In 40 sono partiti da Roma per tifare i colleghi partecipanti alla "Maratona"

Ebbene sì, il 5 novembre c’erano anche loro, i colleghi del gruppo podistico della nostra banca, e sono tutti arrivati alla meta facendosi onore tra i circa 38.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo.
Con il contributo delle società Consum.it e Montepaschi Vita, in 40, di cui più della metà maratoneti, sono partiti da Roma per correre quella che è universalmente riconosciuta come la "Maratona".
Come si diceva, tutti hanno tagliato il traguardo in Central Park, ognuno dando il meglio delle proprie possibilità, con tempi tra le tre e le sei ore, correndo le fatidiche 26.2 miglia (tradotte in 42,195 chilometri) in una cornice unica: hanno attraversato tutti i cinque quartieri di New York, dalla partenza sul ponte Da Verrazzano a Staten Island, attraverso i colori di Brooklyn e del Queens, toccando per qualche chilometro il famigerato Bronx per arrivare in Central Park a Manhattan.
La partecipazione del pubblico, come solitamente avviene, è stata molto calorosa, con frequenti accompagnamenti musicali organizzati e spesso anche improvvisati, incitamenti in tutte le lingue, ma tutti comprensibili.
Il nostro gruppo è risultato composto da colleghi provenienti da tutta la penisola, accomunati da un'unica passione, a volte poco comprensibile per chi non ha mai provato le sensazioni di indossare le scarpette e correre, sudare, faticare, ma raggiungere il traguardo: poco importa se questo sia all'interno del parco vicino casa oppure in una metropoli a tua completa disposizione.
Il sole che filtra dai rami nella foto scattata da un nostro podista al trentottesimo, appena entrato in Central Park, colpisce come l'energia profusa dai podisti che si intravedono nel chiaro scuro del risultato di una macchinetta di plastica "usa e getta".
Questi sono ricordi validi sia per chi corre la "sua" prima maratona, come per chi ha già alle spalle diverse positive esperienze, ma che ogni volta che viene nella Grande Mela prova quel dispiacere (impensabile ai più) che sopraggiunge nell'intravedere il traguardo: purtroppo è "già" finita!
Chiaramente il viaggio a New York non vuol dire solo maratona, ma anche girare Manhattan con la metro, a piedi, per negozi o musei; partecipare alla corsa solidale il sabato precedente con partenza dal palazzo dell'Onu; allenarsi in Central Park girando intorno al lago per vedere l'effetto che faceva nel film "Il maratoneta"; mangiare un po' di "schifezze" soprattutto nel post gara.
Il gruppo sportivo del Monte sta costantemente crescendo di numero, sta viaggiando per l'Italia ed il mondo, cercando di invogliare tutti, ma proprio tutti, a partecipare. Non ci sono soglie di ingresso e nemmeno tempi da rispettare.

Per informazioni:
0577- 29 9389       Stefano Poggialini
0577- 29 9391       Sergio Rusci


PARTECIPANTI POSIZIONE DI ARRIVO
Lorenzo Quirini 1.737
Mario Della Paolera 2.833
Rino Chesi 3.587
Claudio Lanfranco 4.830
Salvatore Alessandri 5.852
Marta Gistri 5.884
Maurizio Baroni 6.879
Paolo Venafra 12.304
Marco Isacchi 12.727
Sergio Rusci 13.352
Luciano Magi 15.465
Fabrizio Angelini 15.817
Marco Cenni 18.636
Stefano Verde 23.331
Irene Vaccaro 25.789
Arianna Vernini 32.654
Giuseppina Pesoli 35.278
Giancarlo Isacchi 37.167


SEVEN STEPS TO HEAVEN... SETTE SCALINI PER IL PARADISO...
Il racconto di chi ha partecipato

"Fly me to the moon…"
No, non intendo echeggiare la famosa canzone di Frank Sinatra, anche se desiderio e motivo ne avrei. Ne avevo già preso nota partendo dall' Italia. La notte di domenica 5 novembre, il giorno della maratona, sarebbe stata una "notte di luna piena". Avevo da qualche ora concluso la mia gara e, adesso, dalla sommità dell' Empire State Building, ammiravo New York e le sue luci; più su, una luna tonda tonda sorrideva al mondo, on the top. Era proprio come mi sentivo in quel momento, oramai in volo verso la luna. "Flying to the moon"
Ed il cielo stellato di quella notte era come se mi strizzasse l' occhio, assieme a tutte le sue stelle era come se mi dicesse "Vuoi venire con noi in Paradiso? "Poi continuando, per farlo hai bisogno unicamente di sette scalini, sette stelle. Puoi utilizzare gli istanti vissuti negli ultimi giorni che nel tuo cuore senti luccicare con la stessa intensità con la quale adesso ci osservi brillare nel cielo". Scorgendo poi un attimo di perplessità, aggiunse" guarda che non hai neanche bisogno di rifletterci tanto su, alza gli occhi, quegli stessi istanti brillano oramai tra di noi, per l' eternità. Stelle di un unico firmamento, non devi fare altro che riconoscerli".
Fissai allora con maggiore intensità il cielo, sette scalini per il paradiso. Ed eccolo il primo scalino, la stella più piccola, la più lucente, tutti i "give me five!", scambiati con i bambini il giorno della maratona, sul percorso di gara, sfiorando le loro tenere manine, i loro sorrisi si mettevano spesso in fila, quattro o cinque alla volta, con le braccia protese verso noi. Forza!!! Give me five.!

La "International friendship run" La corsa internazionale dell' amicizia con decine di migliaia di esseri umani, di nazionalità e razze diverse, sotto il Palazzo delle Nazioni Unite. Ognuno con la voglia di mostrare tutta la sua gioia e amicizia nei confronti del suo prossimo, fosse stato questo arabo, vietnamita, peruviano o non so; ed è lì che si riflette sul fatto che, forse, l' idea di una realtà senza guerre e rivalità risulta essere utopia solo perché i "potenti" hanno i loro interessi, in barba al desiderio di amore e di pace della gente.
"Imagine there's no country, it's easy if you try, imagine all the people living life in peace" Il buon vecchio John Lennon. Lacrima e commozione. Uno dei momenti più intensi della mia vita. Dietro la maglietta, con la quale ho partecipato alla "gara", ho attaccato un foglio con la scritta : I'm running for a world in peace for my baby, for all children (Corro per un mondo di pace, per la mia bimba, per tutti i bimbi) Seconda stella !! La notte insonne vissuta prima della gara, il "lasciarsi andare" dei giorni successivi alla maratona, perché è bello quando senti il tuo cuore battere forte, quando senti che per farcela dovrai dar "fiato a tutto te stesso", cercare concentrazione e carica in te stesso, emozionarsi e, alla fine, sciogliersi in una lacrima, quando la tensione cede il posto alla stanchezza e, oramai, al tuo corpo non hai più nulla da chiedere. Osservi con tenerezza i giorni appena trascorsi, gli attimi appena vissuti ed allora molto più di una lacrima sul tuo volto.
Terza stella !! Un autobus che all'alba attraversava New York, per accompagnarci a Staten Island, dove era previsto l' avvio. I colori ed il silenzio di quegli attimi. All' arrivo, dopo pochi minuti, non abbiamo potuto proseguire tutti uniti in quanto per la partenza erano previsti tre distinti gruppi, in tre zone diverse. Ci siamo abbracciati, salutandoci allora, dopo tanti mesi di allenamenti, tensioni e speranze vissuti insieme, tenendoci stretti per scaricare l' emozione e lasciar scivolare un po' di commozione. Forza!
Quarta stella!!! Poi la partenza dal ponte di Terrazzano dove allo sparo del cannone seguivano le note di "New York, New York" con la voce calda di Frank Sinatra a darci il benvenuto nella "Grande Mela". Mi sono sinceramente commosso, sembrava proprio che il tono confidenziale del grande "Frank" si rivolgesse ad ognuna delle " 37.000 storie" in gara. "One race, 37000 stories", quelle note mi hanno accompagnato per tutti i primi chilometri, fino all' arrivo a Brooklyn.
Quinta stella! Siamo oramai al venticinquesimo chilometro, condotto fino a quel momento fianco a fianco con Federico e Claudio, condividendo emozioni, sorrisi, ristori e…pelle d'oca… All' improvviso non vediamo più Claudio, provo a girarmi, ad urlare il suo nome, a scaricare la tensione sotto il Queensborough Bridge con l'intento di aspettarlo, ma niente. Riprendiamo allora io e Federico, dopo un chilometro percorso sulla First Avenue, incrociamo tra i tanti portatori di handicap incrociati sul percorso, un ragazzotto nero con una gamba amputata che, sulle sue stampelle e sulla strada dinanzi a sé, scarica tutta la sua voglia di vivere. La gente lo osanna, sempre di più, io lo supero e gli rivolgo un sorriso ed un applauso prolungato, per ringraziarlo, di tutto ciò che mi ha insegnato, solo, al centro della strada, con le sue stampelle e mancano ancora all' incirca 15 chilometri.
Sguardo d' assenso con Federico e proseguiamo.
Via !! Sesta stella !!! A sette chilometri dall' arrivo, al 35 km, provo ad accelerare, proseguendo da solo. Le gambe ed il cuore sembrano "accompagnarmi" nella sfida con me stesso ed allora lascio l' amico e procedo. I metri si susseguono, avvicinandomi a Central Park la strada si stringe, si marcia oramai tra due ali di folla. Voglio piangere, voglio gridare, penso al mio papà che sicuro mi sta osservando dall' alto ed è fiero del suo figliolo, penso alla mia Daniela, alla nostra piccola Daria che è rimasta in Italia. Questa maratona, come l' intera mia vita, negli ultimi metri, la dedicherò senz' altro a lei. Intanto continuano le ali di folla, provo a chiedere a me stesso sempre di più, sono in Cetral Park e volo.
Sono gli ultimi duecento metri, non mi controllo più, alzo le braccia al cielo.
Grazie buon Dio!!! Ultima stella!! "Mario, dai torniamo giù", " in albergo ci aspettano gli altri per la cena". E' la voce di Daniela. Sorrido al cielo, alle stelle che resteranno in quel firmamento per sempre, e raccolgo gli altri istanti vissuti in questi giorni, le corse al mattino presto in Central Park, i " Congratulations" raccolti per le strade di New York, in una città dove al "maratoneta" viene dato il giusto rispetto. L'abbraccio con la mia metà al rientro in albergo, l'abbraccio con tutti gli altri amici, sentendoci una cosa sola.
Finisco il reportage di sensazioni, ma non è tutto, di emozioni e stelle ne avrei ancora tante da riempirne un altro cielo
… Thanks, New York!!!

Mario Filippo Della Paolera
Napoli Ag. 7

Vedi anche il sito www.podistidoc.it