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I PIANI DI ACCUMULAZIONE
una soluzione contro la volatilità dei mercati
La grande turbolenza che ha caratterizzato i mercati
finanziari a partire dalla fine degli anni '90 ha lasciato un segno profondo
sul comportamento e sulle scelte di investimento di milioni di famiglie
italiane.
Nonostante le straordinarie performance realizzate negli ultimi tre anni dai
mercati azionari e dalle Borse di tutto il mondo, sono ancora pochi gli
investitori che hanno riorganizzato in modo adeguato i loro portafogli e
restituito ai loro investimenti una prospettiva temporale corretta.
Ancora una volta le performance di mercati finanziari molto generosi non sono
finite o sono finite solo marginalmente nei portafogli dei clienti finali e
ancora una volta il sistema del risparmio gestito si interroga su come
"accompagnare" i clienti verso investimenti con un profilo rischio/rendimento
più elevato, come spingerli ad allungare l'orizzonte temporale di riferimento,
come disinnescare la loro emotività, come orientarli verso comportamenti
finanziari razionali e disciplinati, come attenuare l'impatto dei fattori di
rischio sistematico senza compromettere le potenzialità di crescita a
medio-lungo termine dei loro risparmi.
Tra le risposte possibili, quella dei piani di accumulo è senza alcun
dubbio una delle più semplici e convincenti.
Come noto i Pac rappresentano una delle opzioni attraverso cui è possibile
acquistare quote di un fondo comune d'investimento. Chi sottoscrive con questa
modalità decide, in pratica, di diluire nel tempo il proprio investimento
secondo un programma di versamenti rateali di cui normalmente può scegliere
importo e periodicità.
Forse per questa ragione i piani di accumulo sono stati spesso considerati
adatti solo a risparmiatori con modesta capacità di reddito e privi di uno
stock di risparmio accumulato e disponibile. Questa loro caratteristica
commerciale (la possibilità cioè di impiegare somme modeste altrimenti non
disponibili per l'investimento), pur importante, ha finito con il creare
intorno a questo strumento un pregiudizio diffuso, nel quale è andato perso un
valore molto importante che deve assolutamente essere recuperato.
Ci si riferisce al fatto che, attraverso questa strategia, è possibile ridurre
in misura consistente il rischio complessivo di un investimento,
soprattutto se allocato su fondi e mercati particolarmente volatili, come
quelli azionari.
Come noto, attraverso il pac l'acquisto delle quote avviene in modo automatico
e senza tener conto dell'andamento del mercato sottostante. Ciò significa che
durante le fasi di ribasso, quando cioè il valore della quota diminuisce, viene
acquistato un numero maggiore di quote, mentre nelle fasi di rialzo il numero
delle quote sottoscritte tende, ovviamente, a diminuire.
Questo meccanismo permette al sottoscrittore di mediare il "valore di carico"
della sua partecipazione al fondo e di trasformare le naturali oscillazioni dei
mercati in opportunità di investimento.
Un semplicissimo esempio può aiutare a comprendere meglio quanto appena detto.
Ipotizziamo che un risparmiatore decida di effettuare in un anno dodici
versamenti periodici di 1.000 euro ciascuno in un fondo caratterizzato da
un'elevata volatilità dei suoi prezzi.
È semplice constatare come al termine del periodo preso in considerazione,
nonostante la performance del fondo sia pari a zero, l'investitore in questione
si trovi in una situazione particolarmente favorevole, dal momento che la
scelta di rateizzare il suo investimento (e quindi di acquistare più quote a
prezzi "bassi" e meno quote a prezzi "elevati") lo mette, comunque, in
condizione di realizzare un utile piuttosto significativo rispetto al
controvalore globalmente messo in gioco.
Naturalmente, i pac pur operando come uno straordinario strumento di riduzione
del rischio d'investimento, non assicurano automaticamente al sottoscrittore
alcun profitto nè alcuna protezione contro le perdite che si generano
all'interno di mercati contraddistinti da una forte e prolungata direzionalità
negativa.
Tuttavia, se nell'intervallo temporale di riferimento il fondo/mercato
evidenzia un lungo trend negativo, il pac consente all'inizio di limitare
significativamente le perdite e di recuperare poi molto più velocemente con a
naturale ripresa del mercato. Un esempio concreto può aiutare a comprendere
meglio quanto detto.
Abbiamo simulato un piano di accumulo a cinque anni su uno dei mercati azionari
più volatili al mondo, il Nasdaq. Nonostante il fatto che questo indice sia
ancora inferiore di oltre il 50% rispetto ai prezzi di marzo del 2000, il
sottoscrittore che avesse sottoscritto un programma di accumulazione, si
troverebbe oggi (diversamente da tutti coloro che decisero di investire con un
solo versamento in prossimità dei massimi del mercato) un risultato largamente
positivo.
Con un mercato contraddistinto da un trend negativo, infatti, il Pac
- attraverso il meccanismo che permette di accumulare quote a prezzi
progressivamente decrescenti - consente al sottoscrittore di posizionarsi in
modo assai migliore per la successiva, logica, inevitabile fase di risalita dei
prezzi di Borsa.
Come si è dimostrato nell'esempio precedente,infatti, in questi casi diventa
sufficiente un recupero del mercato non necessariamente significativo ed anche,
come si è visto, intorno a valori largamente inferiori a quelli esistenti al
momento dell'apertura del pac, per riportare in "territorio positivo" il valore
dell'investimento effettuato.
Quando invece, nel periodo assunto a riferimento il mercato dovesse registrare
un andamento costantemente positivo, la diluizione dei versamenti e la loro
ripartizione nel tempo determina, ovviamente, una performance inferiore, anche
se pur sempre positiva, rispetto a quella che si sarebbe realizzata
sottoscrivendo il fondo in unica soluzione.
In questo contesto, il minor profitto conseguibile aderendo ad un piano di
accumulazione deve essere considerato nè più nè meno che un "premio" che il
risparmiatore decide di pagare per tutelare l suo investimento e minimizzare i
rischi di un timing d'ingresso sul mercato/fondo sbagliato o semplicemente
sfortunato.
I PIANI DI ACCUMULO LE RAGIONI DEL LORO SUCCESSO
1) I pac rappresentano un eccezionale strumento di riduzione e controllo del
rischio d'investimento.
2) I pac eliminano la tentazione di effettuare investimenti con quella logica
di market timing che ancora condiziona pesantemente il comportamento e le
scelte di molti risparmiatori.
3) I pac sono una modalità di investimento caratterizzata da un'enorme
semplicità operativa. Comprensibilità e comodità d'uso sono tra le ragioni
principali della diffusione dei pac presso un numero sempre maggiore di
investitori.
4) I pac posseggono una importante funzione educativa ed inducono l'assunzione
di comportamenti virtuosi da parte dei risparmiatori. Il processo di
"accantonamento forzoso" che li contraddistingue è utile per orientare gli
investitori ad un maggior rigore nel processo di accumulazione del capitale e
nella gestione dei loro asset finanziari.
5) I pac richiedono versamenti di capitale modesti ed appaiono particolarmente
funzionali quindi per quei segmenti di clientela (famiglie monoreddito, giovani
lavoratori non patrimonializzati ecc.) per i quali è problematico individuare
soluzioni d'investimento adeguate alle loro condizioni finanziarie.
6) I pac sono caratterizzati da una grande flessibilità. Non esiste infatti di
norma alcun impegno contrattuale del sottoscrittore nei confronti del
completamento del piano, di cui, nel tempo, può essere cambiata la durata,
l'importo complessivo dei versamenti, la loro periodicità ecc.
7) A dispetto della loro apparente rigidità, i pac consentono di costruire
soluzioni d'investimento personalizzate ed innovative per i clienti.
8) I pac migliorano la relazione commerciale tra cliente e consulente. Essendo
infatti, indipendenti dall'andamento dei mercati, essi sono un efficacissimo
strumento di riduzione dell' "ansia da investimento". Attraverso di loro,
quindi, la relazione cliente-consulente tende ad essere più razionale ed
equilibrata e, soprattutto, maggiormente orientata ai risultati di medio-lungo
termine.
9) I pac tendono a normalizzare nel tempo il flusso di risorse che arrivano
alla società di gestione, fatto, questo che influisce, seppure in modo
indiretto, sulla qualità delle performance generate dai fondi.
10) La crescita del numero dei pac determina una maggiore stabilità degli asset
ed un miglioramento economico significativo per tutta la filiera. Sulla base
dell'esperienza maturata da chi ha promosso vigorosamente lo sviluppo dei pac
presso la propria clientela, il miglioramento degli economics nasce non solo
dall'aumento della quota di risparmio allocata sui fondi a maggior margine di
contribuzione, ma anche dal maggior grado di stabilità che tipicamente
posseggono le risorse investite nei fondi attraverso questa strategia.
(marzo 2006)
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