FILODIRETTO7 - n. 1 del 28/7/2006
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I PIANI DI ACCUMULAZIONE
una soluzione contro la volatilità dei mercati

La grande turbolenza che ha caratterizzato i mercati finanziari a partire dalla fine degli anni '90 ha lasciato un segno profondo sul comportamento e sulle scelte di investimento di milioni di famiglie italiane.
Nonostante le straordinarie performance realizzate negli ultimi tre anni dai mercati azionari e dalle Borse di tutto il mondo, sono ancora pochi gli investitori che hanno riorganizzato in modo adeguato i loro portafogli e restituito ai loro investimenti una prospettiva temporale corretta.
Ancora una volta le performance di mercati finanziari molto generosi non sono finite o sono finite solo marginalmente nei portafogli dei clienti finali e ancora una volta il sistema del risparmio gestito si interroga su come "accompagnare" i clienti verso investimenti con un profilo rischio/rendimento più elevato, come spingerli ad allungare l'orizzonte temporale di riferimento, come disinnescare la loro emotività, come orientarli verso comportamenti finanziari razionali e disciplinati, come attenuare l'impatto dei fattori di rischio sistematico senza compromettere le potenzialità di crescita a medio-lungo termine dei loro risparmi.
Tra le risposte possibili, quella dei piani di accumulo è senza alcun dubbio una delle più semplici e convincenti.
Come noto i Pac rappresentano una delle opzioni attraverso cui è possibile acquistare quote di un fondo comune d'investimento. Chi sottoscrive con questa modalità decide, in pratica, di diluire nel tempo il proprio investimento secondo un programma di versamenti rateali di cui normalmente può scegliere importo e periodicità.
Forse per questa ragione i piani di accumulo sono stati spesso considerati adatti solo a risparmiatori con modesta capacità di reddito e privi di uno stock di risparmio accumulato e disponibile. Questa loro caratteristica commerciale (la possibilità cioè di impiegare somme modeste altrimenti non disponibili per l'investimento), pur importante, ha finito con il creare intorno a questo strumento un pregiudizio diffuso, nel quale è andato perso un valore molto importante che deve assolutamente essere recuperato.
Ci si riferisce al fatto che, attraverso questa strategia, è possibile ridurre in misura consistente il rischio complessivo di un investimento, soprattutto se allocato su fondi e mercati particolarmente volatili, come quelli azionari.
Come noto, attraverso il pac l'acquisto delle quote avviene in modo automatico e senza tener conto dell'andamento del mercato sottostante. Ciò significa che durante le fasi di ribasso, quando cioè il valore della quota diminuisce, viene acquistato un numero maggiore di quote, mentre nelle fasi di rialzo il numero delle quote sottoscritte tende, ovviamente, a diminuire.
Questo meccanismo permette al sottoscrittore di mediare il "valore di carico" della sua partecipazione al fondo e di trasformare le naturali oscillazioni dei mercati in opportunità di investimento.
Un semplicissimo esempio può aiutare a comprendere meglio quanto appena detto. Ipotizziamo che un risparmiatore decida di effettuare in un anno dodici versamenti periodici di 1.000 euro ciascuno in un fondo caratterizzato da un'elevata volatilità dei suoi prezzi.
È semplice constatare come al termine del periodo preso in considerazione, nonostante la performance del fondo sia pari a zero, l'investitore in questione si trovi in una situazione particolarmente favorevole, dal momento che la scelta di rateizzare il suo investimento (e quindi di acquistare più quote a prezzi "bassi" e meno quote a prezzi "elevati") lo mette, comunque, in condizione di realizzare un utile piuttosto significativo rispetto al controvalore globalmente messo in gioco.
Naturalmente, i pac pur operando come uno straordinario strumento di riduzione del rischio d'investimento, non assicurano automaticamente al sottoscrittore alcun profitto nè alcuna protezione contro le perdite che si generano all'interno di mercati contraddistinti da una forte e prolungata direzionalità negativa.
Tuttavia, se nell'intervallo temporale di riferimento il fondo/mercato evidenzia un lungo trend negativo, il pac consente all'inizio di limitare significativamente le perdite e di recuperare poi molto più velocemente con a naturale ripresa del mercato. Un esempio concreto può aiutare a comprendere meglio quanto detto.
Abbiamo simulato un piano di accumulo a cinque anni su uno dei mercati azionari più volatili al mondo, il Nasdaq. Nonostante il fatto che questo indice sia ancora inferiore di oltre il 50% rispetto ai prezzi di marzo del 2000, il sottoscrittore che avesse sottoscritto un programma di accumulazione, si troverebbe oggi (diversamente da tutti coloro che decisero di investire con un solo versamento in prossimità dei massimi del mercato) un risultato largamente positivo.
Con un mercato contraddistinto da un trend negativo, infatti, il Pac - attraverso il meccanismo che permette di accumulare quote a prezzi progressivamente decrescenti - consente al sottoscrittore di posizionarsi in modo assai migliore per la successiva, logica, inevitabile fase di risalita dei prezzi di Borsa.
Come si è dimostrato nell'esempio precedente,infatti, in questi casi diventa sufficiente un recupero del mercato non necessariamente significativo ed anche, come si è visto, intorno a valori largamente inferiori a quelli esistenti al momento dell'apertura del pac, per riportare in "territorio positivo" il valore dell'investimento effettuato.
Quando invece, nel periodo assunto a riferimento il mercato dovesse registrare un andamento costantemente positivo, la diluizione dei versamenti e la loro ripartizione nel tempo determina, ovviamente, una performance inferiore, anche se pur sempre positiva, rispetto a quella che si sarebbe realizzata sottoscrivendo il fondo in unica soluzione.
In questo contesto, il minor profitto conseguibile aderendo ad un piano di accumulazione deve essere considerato nè più nè meno che un "premio" che il risparmiatore decide di pagare per tutelare l suo investimento e minimizzare i rischi di un timing d'ingresso sul mercato/fondo sbagliato o semplicemente sfortunato.

I PIANI DI ACCUMULO LE RAGIONI DEL LORO SUCCESSO
1) I pac rappresentano un eccezionale strumento di riduzione e controllo del rischio d'investimento.
2) I pac eliminano la tentazione di effettuare investimenti con quella logica di market timing che ancora condiziona pesantemente il comportamento e le scelte di molti risparmiatori.
3) I pac sono una modalità di investimento caratterizzata da un'enorme semplicità operativa. Comprensibilità e comodità d'uso sono tra le ragioni principali della diffusione dei pac presso un numero sempre maggiore di investitori.
4) I pac posseggono una importante funzione educativa ed inducono l'assunzione di comportamenti virtuosi da parte dei risparmiatori. Il processo di "accantonamento forzoso" che li contraddistingue è utile per orientare gli investitori ad un maggior rigore nel processo di accumulazione del capitale e nella gestione dei loro asset finanziari.
5) I pac richiedono versamenti di capitale modesti ed appaiono particolarmente funzionali quindi per quei segmenti di clientela (famiglie monoreddito, giovani lavoratori non patrimonializzati ecc.) per i quali è problematico individuare soluzioni d'investimento adeguate alle loro condizioni finanziarie.
6) I pac sono caratterizzati da una grande flessibilità. Non esiste infatti di norma alcun impegno contrattuale del sottoscrittore nei confronti del completamento del piano, di cui, nel tempo, può essere cambiata la durata, l'importo complessivo dei versamenti, la loro periodicità ecc.
7) A dispetto della loro apparente rigidità, i pac consentono di costruire soluzioni d'investimento personalizzate ed innovative per i clienti.
8) I pac migliorano la relazione commerciale tra cliente e consulente. Essendo infatti, indipendenti dall'andamento dei mercati, essi sono un efficacissimo strumento di riduzione dell' "ansia da investimento". Attraverso di loro, quindi, la relazione cliente-consulente tende ad essere più razionale ed equilibrata e, soprattutto, maggiormente orientata ai risultati di medio-lungo termine.
9) I pac tendono a normalizzare nel tempo il flusso di risorse che arrivano alla società di gestione, fatto, questo che influisce, seppure in modo indiretto, sulla qualità delle performance generate dai fondi.
10) La crescita del numero dei pac determina una maggiore stabilità degli asset ed un miglioramento economico significativo per tutta la filiera. Sulla base dell'esperienza maturata da chi ha promosso vigorosamente lo sviluppo dei pac presso la propria clientela, il miglioramento degli economics nasce non solo dall'aumento della quota di risparmio allocata sui fondi a maggior margine di contribuzione, ma anche dal maggior grado di stabilità che tipicamente posseggono le risorse investite nei fondi attraverso questa strategia.
(marzo 2006)