FILODIRETTO7 - n. 13 del 20/10/2006
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I MUSEI SENESI A MILANO: UNO SPORTELLO DELLA CULTURA

DAL 16 OTTOBRE 2006 AL 15 APRILE 2007

LA FILIALE DELLA BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA ESPONE

REPERTI ARCHEOLOGICI, OPERE D'ARTE E TESTIMONIANZE DELLE TRADIZIONI POPOLARI PROVENIENTI DAI MUSEI SENESI

Tra l'autunno 2006 e la primavera 2007, l'atrio della filiale milanese della Banca Monte dei Paschi di Siena si trasformerà in uno spazio espositivo, per accogliere una serie di opere provenienti dai Musei Senesi.

Il progetto - promosso dall'Amministrazione Provinciale di Siena, dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e dalla Fondazione Musei Senesi e realizzato grazie con la collaborazione e il sostegno della Banca Monte dei Paschi di Siena - si propone di presentare la rete museale del territorio senese a Milano, avvalendosi della prestigiosa sede della Banca, ubicata in prossimità del Teatro della Scala e della Galleria Vittorio Emanuele II. In questa importante 'vetrina' saranno allestite, con cadenza bimestrale, tre differenti rassegne tematiche, aventi per protagonisti rispettivamente l'archeologia, l'arte e le tradizioni popolari della terra di Siena.

La prima esposizione in ordine di tempo (16 ottobre - 13 dicembre 2006) sarà dedicata ai musei etnografici ed evocherà, attraverso materiali e immagini provenienti da differenti musei (Buonconvento, Colle di Val d'Elsa, Petroio), il fascino della perduta quotidianità del mondo mezzadrile, le tradizionali tecniche di raccolta e produzione di preziosi prodotti della terra come il tartufo e l'olio, l'evoluzione delle tecniche di fabbricazione di materiali come la terracotta e il cristallo, dall'artigianato al design.

Una seconda rassegna (18 dicembre 2006 - 15 febbraio 2007) esporrà un selezionato nucleo di opere d'arte provenienti dai musei di Buonconvento, Casole d'Elsa, Montalcino, Pienza, e Siena, a dare conto della ripetuta attività per il territorio dei maggiori interpreti della scuola pittorica senese: da Pietro Lorenzetti al Maestro dell'Osservanza e Sano di Pietro, fino a Lorenzo Rustici e Alessandro Casolani.

A chiudere l'iniziativa sarà infine (19 febbraio - 15 aprile 2007) una mostra dedicata all'archeologia, che raccoglierà reperti provenienti dai musei di Chianciano Terme, Murlo e Sarteano, giocando a raccontare il tema degli antichi banchetti, con particolare riferimento alla 'tavola' degli etruschi.

Le tre differenti esposizioni costituiranno una irripetibile occasione per illustrare le caratteristiche e le peculiarità della rete coordinata dalla Fondazione Musei Senesi, attraverso opere di grande fascino e dalla storia spesso curiosa, come nel caso della bellissima Madonna col Bambino di Pietro Lorenzetti del Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia di Buonconvento. Questa tavola è quanto resta di un polittico dipinto dal celebre pittore senese, verso il 1340, per la chiesa di San Bartolomeo a Castelnuovo Tancredi: un fortilizio ubicato nelle campagne intorno a Buonconvento. Le stesse campagne in cui, pochi anni dopo, Pietro Lorenzetti è documentato per avere posseduto una piccola proprietà e avere dipinto il suo ultimo ciclo di affreschi noto, nella chiesa di Castiglion del Bosco (1345). Il dipinto lorenzettiano, che qui si espone, rappresenta inoltre uno dei più sorprendenti recuperi di opere d'arte nel territorio senese: una pesante ridipintura, eseguita nel 1757 da Niccolò Franchini, ne aveva infatti nascosto e alterato le primitive forme, e soltanto un recente restauro è tornato a metterne in luce le originarie qualità, svelando un ennesimo capolavoro di uno dei protagonisti della scuola senese del Trecento.

La sezione archeologica della mostra sarà invece l'occasione per presentare al pubblico milanese uno dei più importanti ritrovamenti etruschi degli ultimi anni: la tomba della Quadriga infernale. Rinvenuta nella necropoli delle Pianacce, a poca distanza del centro di Sarteano, la tomba deve il suo nome alla raffigurazione di uno spiritato demone alla guida di un carro, identificabile probabilmente in Charun, l'omologo traghettatore di anime del Caronte greco. La tomba, scavata nel travertino a una profondità di cinque metri, si distingue per i colori vivaci e accesi del ciclo pittorico, risalente alla seconda metà del IV secolo e dovuto a una maestranza che era stata attiva pure nella necropoli dei Settecamini di Orvieto. Sulle pareti si riconoscono pure i defunti a banchetto nell'Ade e alcune creature che alludono all'oltretomba etrusco (i delfini che si gettano tra le onde marine, uno straordinario serpente a tre teste, un ippocampo), mentre nella camera di fondo resta, pur in stato frammentario, un colossale sarcofago.



Durante il periodo della mostra saranno inoltre tenute, presso il Museo Bagatti Valsecchi, alcune conferenze focalizzate sui temi delle tre esposizioni.